Il creditore può chiedere la revoca del contratto di locazione?
Stando alla legge, il creditore può ottenere la revoca del contratto di locazione, purché dimostri che anche il conduttore, al momento della stipula del contratto, era al corrente del pignoramento o che ha comunque agito d’accordo con il locatore per danneggiare il creditore.
Lo stesso tribunale di Padova, con la sentenza n. 93/2016, ha negato la nullità del contratto ad una banca che riteneva che il contratto di locazione del caso specifico, altro non era che un espediente per evitare o ostacolare la procedura forzata.
Secondo la banca, infatti, la prova di questa consisteva nel fatto che la locazione era stata registrata dopo la notifica di pignoramento, anche se il contratto era stato stipulato prima.
I giudici hanno respinto la richiesta della banca, perché non vi erano prove dell’intento fraudolento del locatore e del conduttore.
La legge infatti afferma che l’azione revocatoria può essere accolta solo se il conduttore è a conoscenza del pignoramento e, dunque, partecipa con consapevolezza alla frode.
Se invece il creditore prova la malafede del conduttore?
Se il creditore riesce a dimostrare che il contratto di locazione è stato sottoscritto con lo scopo di evitare il pignoramento, anche se il contratto è stato registrato anteriormente al pignoramento, il creditore può, entro i cinque anni successivi alla stipula, far dichiarare inefficace la locazione nei suoi confronti e pretendere che il conduttore lasci l’appartamento.
Ciò significa che, qualora il creditore riesca a provare che locatore e conduttore fossero d’accordo per danneggiarlo, il contratto può essere revocato, anche se registrato precedentemente al pignoramento.
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