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Immagine del redattoreFrancesco Russo

Tassazione dei redditi da locazione di immobili, cosa cambia dal 2020

Come funziona la tassazione dei redditi da locazione degli immobili? Vediamo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019 e dal progetto di legge sulla semplificazione fiscale, ora emendamento al decreto crescita.

Dal 2020 la tassazione dei redditi da locazione degli immobili avverrà con modalità differenti. Questo in seguito a quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019, che ha esteso la cedolare secca agli immobili commerciali di categoria C/1 (entro i 600 mq), e dal progetto di legge sulla semplificazione fiscale, divenuto emendamento al decreto crescita, che dal 1° gennaio 2020 cambierà la modalità di calcolo della base imponibile per le locazioni di immobili abitativi, per cui concorreranno al reddito solo i canoni percepiti.

Per la tassazione dei redditi da locazione degli immobili abitativi con contratti stipulati prima del 1° gennaio 2020 valgono le attuali regole disposte dall’articolo 26 del Tuir (dpr 917/1986). Quindi, concorrono alla determinazione del reddito anche i canoni non percepiti, salvo poi poterli recuperare una volta ottenuta la convalida di sfratto. Ma il meccanismo di recupero è complesso, bisogna effettuare un ricalcolo della dichiarazione, considerando solo i canoni incassati, per far emergere un credito d’imposta. Il reddito delle locazioni abitative è tassabile con Irpef o con cedolare secca al 21% (10% in caso di contratti canone concordato).

Per la tassazione dei redditi da locazione degli immobili abitativi con contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2020 concorreranno al reddito solo i canoni percepiti. Si ricorda che sono interessati soli gli immobili abitativi e che la mancata percezione dovrà essere comprovata dall’intimazione di sfratto per morosità o dall’ingiunzione di pagamento. In merito alla modalità di tassazione, si potrà ricorrere all’Irpef oppure alla cedolare secca con aliquota al 21% o 10%.

Le locazioni aventi ad oggetto immobili commerciali sono attualmente escluse dal progetto di legge sulla semplificazione. Per gli immobili commerciali, dunque, continueranno a valere le regole per la determinazione dell’imponibile dettate dall’articolo 26 del Tuir (dpr 917/1986). Quindi, concorreranno alla determinazione del reddito imponibile sia i canoni incassati sia quelli non percepiti e, a differenza di quanto previsto in caso di morosità dell’inquilino per gli immobili abitativi, non vi è la possibilità di recupero delle imposte versate sui canoni non erogati.

Per gli immobili commerciali, la legge di Bilancio 2019 ha previsto - solo per il 2019 - la possibilità di applicare la cedolare secca in caso di locazione di immobili di categoria C/1 entro i 600 metri quadri, per tutte le altre tipologie di immobili è necessario ricorrere all’Irpef.



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